Virtual influencer, le aziende abbattono il muro tra reale e virtuale
21-04-2022
In un mondo che guarda e si riscopre sempre più al virtuale, anche il modo di intendere e fare impresa non può non essere condizionato da quella che assume i contorni di una vera e propria rivoluzione ideologica, concettuale, di marketing e di vision. Tra social network in perenne evoluzione, metaverso in costante espansione e utenti sempre più curiosi e attenti a ciò che succede nel mondo virtuale, per le aziende lavorare e sfruttare le nuove potenzialità del web diventa fondamentale.
Virtual influencer: influencer virtuali
Tra le novità più interessanti e peculiari rientrano, senza dubbio, i cosiddetti virtual influencer, che sono tra i primi abitanti del metaverso e hanno una immensa capacità di attirare l’attenzione di un gran numero di utenti e veicolare messaggi. Proprietà uniche, che spingono sempre più aziende – a partire da quelle del mondo della moda – a volerne sfruttare l’immagine e le potenzialità.
I virtual influencer sono avatar antropologici progettati al computer per promuovere e impersonare il brand, divulgandone l’identità attraverso i social. Lavorano esattamente come fanno gli influencer in carne e ossa: partecipano a feste, si gustano il pranzo, promuovono marchi, prodotti e abbigliamento, condividono stories e reels, ma sono in grado di attirare un più ampio bacino di utenti.
La realtà dietro il virtuale
Come dimostrato da diverse ricerche, la capacità di questi avatar di influenzare e catturare l’attenzione di nuovi utenti è spesso superiore a quella degli influencer umani. Questo perché, dietro un prodotto come può essere l’avatar lilmiquela c’è tutta l’esperienza di grafici, influencer reali e agenzie di marketing. Un lavoro simbiotico capace di parlare la lingua degli utenti e produrre risultati importanti per le aziende, lavorando sulla modalità di interazione con la community.
La forza di questo tipo di impostazione risiede nel completo controllo dell’avatar e nell’impossibilità che possa veicolare messaggi sbagliati, commettere una gaffe o aver qualche scheletro nell’armadio da nascondere. Tutto è controllato, gestito e postato dall’alto, azzerando il rischio di vedere compromessa la propria brand image e reputation. Inoltre, rispetto a un influencer umano, i costi sono più contenuti, a fronte di una disponibilità illimitata e 24/7, con abbattimento delle spese di gestione e ottimizzazione delle prestazioni.
Sempre più verso l’iperrealtà?
Tra le critiche maggiori rivolte agli avatar c’è, ovviamente, l’incapacità di concepire come reale qualcosa che reale non è. Nel mondo dei social, però, tra filtri e avatar il confine tra le due dimensioni si appiattisce drasticamente, portando reale e virtuale a condividere un medesimo universo, che nasce nel reale, parla attraverso il virtuale e ha ripercussioni e controlla quella che ormai è, a tutti gli effetti, una nuova iperrealtà.
La distinzione tra reale e virtuale, però, sussiste nella mente degli utenti, che, passato il momento di enfasi dei primi contatti con gli avatar, possono finire per rendersi conto di stare dialogando e interagendo con un creatore di contenuti semplicemente celato dietro a una proiezione non reale. Il rischio che venga, così, a mancare la componente emotiva ed enfatica che contraddistingue i rapporti reali resta alto, portando a una perdita di fiducia che può risultare fatale per la brand reputation.
Ecco perché, nonostante le enormi potenzialità e le indubbie capacità comunicative, per sfruttare al meglio un virtual influencer non sono sufficienti eccellenti capacità tecnologiche e di progettazione 3D, ma occorra saper creare e trasferire contenuti sempre in linea con il tradizionale storytelling aziendale. Dotare anche l’avatar del tone of voice utilizzato nei canali ufficiali è fondamentale per non abusare del virtuale, ottimizzarne le caratteristiche e sfruttare appieno le potenzialità di un mercato che può muovere miliardi di euro di guadagni e parlare a milioni e milioni di potenziali clienti, ma che non può fare a meno della realtà per restituire risultati e aprire un mondo di opportunità.