Spotify

Spotify, podcast e musica al servizio dei brand per conoscere i giovani

Con la quarta edizione del suo report annuale, denominato Culture Next, Spotify ha preso in esame le tendenze che caratterizzano Generazione Z e Millennial arrivando a delineare uno scenario importante per i suoi inserzionisti.

Conoscere i giovani attraverso Spotify

Per comprendere l’impatto che i risultati del report possono restituire alle aziende è sufficiente analizzare il dato relativo al tempo trascorso dai ragazzi ascoltando musica su Spotify: oltre 578 miliardi di minuti per la Generazione Z, 562 miliardi per i Millennial, esclusivamente nel primo trimestre del 2022.

Dati importanti, che fotografano e guidano i brand attraverso le tendenze culturali maggiormente diffuse tra i giovani, presentando uno spaccato molto interessante sulle pulsioni, le aspettative, le motivazioni e le aspirazioni che indirizzano le scelte delle ragazze e dei ragazzi di oggi.

Giovani alla scoperta di sé

L’importanza strategica restituita dal report di Spotify risiede anche nella modalità di fruizione della musica da parte dei giovani, che attraverso canzoni e podcast riescono a creare una comfort zone intima in cui riscoprire se stessi e la propria personalità.

In riferimento ai dati italiani, rispetto ai Millennial, la Generazione Z si descrive con più facilità stressata. Questo si riflette nelle scelte dei podcast, con i contenuti legati alla salute mentale che sono i più ascoltati dai giovanissimi a livello mondiale. Spotify è, così, utilizzato dalla Generazione Z per contrastare l’ansia e lo stress, ma anche per rilassarsi, trovare informazioni, conforto e risposte a domande complesse o personali.

Musica e podcast per far rivivere il passato

Al contempo, i giovani ritengono che la musica, come con nessun altro mezzo, permetta di viaggiare attraverso i decenni, per conoscere meglio la cultura del passato e immaginare le sensazioni di un mondo reputato da molti ragazzi come migliore e più semplice.

Il 42% dei giovanissimi pensa di essere nato nel decennio sbagliato, mentre il 59%, nonostante non abbia mai avuto un riscontro diretto, ritiene che la vita prima dell’avvento dei social fosse migliore. Su questo solco, il 58% dei più grandicelli tra gli esponenti della Generazione Z dichiara di aver raggiunto il punto di rottura con le continue sollecitazioni di social e tecnologia.

La nostalgia del passato assume, così, un ruolo importante nelle aspirazioni dei giovanissimi, che ci lavorano, la ripensano e la trasformano in qualche cosa di unico ed estremamente personale, guidati dalla voglia di distinguersi. Sintomatico, in tal senso, l’oltre 70% di gradimento riservato dai ragazzi tra i 18 e i 24 anni ai brand che ripropongono vecchie mode e stili e realizzano prodotti o contenuti vintage.

Brand chiamati a cogliere le opportunità

Da tutte queste evidenze, è chiaro come le aziende siano chiamate a intercettare le aspettative della Generazione Z, producendo contenuti mirati, capaci, per esempio, di inserirsi alla perfezione durante l’ascolto di un podcast di psicologia o una playlist emozionale, o retrò. Iniziative come la creazione di playlist brandizzate con le musiche che hanno caratterizzato in passato il marchio aiutano a intercettare la voglia di conoscenza culturale dei ragazzi; così come prodotti retrò catapultano i più piccoli direttamente nei loro trascorsi.

Ma i brand devono sempre più mantenere alta l’attenzione sulla propria produzione e modalità di comunicazione, restando fedeli a se stessi e capaci di intercettare correttamente mode e aspettative del momento, così da evitare le critiche e apparire patetici agli occhi della Generazione Z, per esempio, utilizzando in modo sbagliato (o “rubando” a un creator) un meme ampiamente conosciuto e diffuso sui social.

Attraverso i contenuti audio, inoltre, le aziende hanno a disposizione la grande opportunità di alimentare e cavalcare con estrema semplicità l’onda delle tematiche più attuali, prendendo parte attiva al dibattito nel momento esatto in cui si sta plasmando e inserendo al centro della scena culturale la propria vision aziendale, così da intercettare i gusti e i pareri di possibili clienti e tratteggiare la propria personalità.