Food: sei valide ragioni per affidarsi alle PR

Food: sei valide ragioni per affidarsi alle PR

Il settore del food non può e non deve prescindere dalle PR, le motivazioni sono forti e tutte estremamente importanti, perché non tutti compriamo bulloni, tende da sole, creme antirughe o macchinari per l’industria. Ma tutti, proprio tutti, siamo consumatori di cibo.

La nostra vita gira intorno al cibo e le emozioni che rivestono un alimento sono fortissime. Ecco, perché, trascurare le PR per un’azienda che opera nel food non solo è una scelta sbagliata, ma si rivela anche essere un’occasione persa. Per inquadrare al meglio la tematica e comprenderne l’importanza proviamo ad analizzare insieme le sei motivazioni per cui chi si occupa di cibo deve fare PR.

  1. Comunicare con la stampa

In prima battuta, è importante che le aziende del food capiscano che le PR non sono una scelta, ma una parte sostanziale dell’essere presenti sul mercato. La scelta, casomai, è sul come gestirle. Tanto dipende dalle dimensioni dell’azienda, ma le intenzioni non mutano sia che la questione sia trattata da una multinazionale, sia quando finisce sulla scrivania di una piccola realtà.

Indubbiamente, un’azienda di certe dimensioni non può prescindere dall’avere un ufficio stampa che tenga le redini di questo lavoro in modo continuativo e saldo. Grazie a esso, infatti, l’azienda ha la possibilità di creare un terreno di comunicazione fertile, capace di giocare a suo favore e far crescere nella visione dei giornalisti la percezione positiva di su stessa.

Comunicando con frequenza e attendibilità, i giornalisti si abituano a ritenere importante l’opinione dell’azienda e, dunque, arriveranno a chiederla con maggiore frequenza. In questo modo, l’azienda ha la possibilità di recapitare il proprio messaggio a buyer o consumatori, che in base a esso orientano i loro comportamenti d’acquisto.

Comunicare con la stampa abitualmente e saper gestirne le relazioni risulta fondamentale anche per affrontare eventuali momenti di crisi che, in campo alimentare, non sono così remoti, visto che i normali problemi d’azienda (sindacali, di relazioni con il territorio, infortuni, cause fiscali ecc.), si intrecciano con problemi tipici del settore (richiami e ritiri dal mercato, approvvigionamenti materie prime).

  1. Gestire i social

In tema di PR non possono mancare i social, “popolati” ovviamente da consumatori abituati a interagire, ma anche disposti a farsi influenzare dal mezzo attualmente più diretto a disposizione di un’azienda per trasmettere la propria brand personality e fare comunicazione di prodotto.

Ma occorre, inoltre, sapere gestire le eventuali critiche e lamentele che i consumatori inviano all’azienda sui social. Non farsi carico di questo, con le dovute proporzioni e accortezze, espone l’azienda al rischio di andare incontro a un danno potenzialmente a “effetto slavina”.

  1. Diventare love brand

Vista l’altissima concorrenza nel settore è realmente difficile distinguersi. Trovare un’identità, un elemento distintivo, e scegliere come (e a chi) comunicarlo è l’unica strada a disposizione di un’azienda per essere unica. Spesso, infatti, soprattutto nel food, non potendo contare su un’unicità di contenuto, va delineata un’unicità di messaggio, da comunicare poi a tutti, sempre in maniera coordinata. È l’unica strada per diventare love brand.

  1. Essere autentici e trasparenti

Perché la comunicazione di un’azienda sia davvero efficace è fondamentale che questa sia autentica e trasparente. Il consumatore ha, infatti, a disposizione tantissime occasioni di formarsi: legge le etichette con sempre più coscienza e consapevolezza, segue influencer che insegnano a scegliere, ecc. Non c’è spazio, dunque, in ambito alimentare per le “bugie bianche”. Soprattutto oggi, quando essere smascherati è molto più facile di anni fa e il rischio “slavina” è costante.

Per esempio, se un’azienda decide di parlare con orgoglio di sostenibilità per via delle scelte fatte in termini di packaging, con una confezione riciclabile nella plastica, ma poi il pack è sovradimensionato, oppure distribuisce materiali superflui in attività in store, gestisce male il food waste o, ancora, non seleziona i fornitori sulla base di criteri sostenibili, sta semplicemente mentendo. Ecco perché, scegliere messaggi trendy ma non autentici è un rischio che non vale la pena assumersi: il prezzo da pagare è troppo alto e, spesso, viene veicolato dai social e poi dalla stampa rendendo molto più difficile e vana la gestione ex post.

  1. Puntare alla fedeltà

La fedeltà è un patrimonio enorme, che si guadagna gestendo al meglio le relazioni. È la fedeltà dei follower che salva le aziende in certi momenti. Gestire delle relazioni solide e autentiche è imprescindibile: un follower/consumatore fedele è disposto a perdonare un’azienda che sbaglia perché le vuole bene.

Le aziende a cui i consumatori affidano la propria fedeltà impersonano ciò che rende i loro pasti un momento bello e ricco di altri valori (buono/comodo/sano/goloso). L’azienda diventa per il cliente un guilty pleasure che lo coccola o, al contrario, quello che lo fa sentire bravo perché si prende cura di sé, quello che lo fa sperimentare in ardite preparazioni culinarie e che lo fa sentire un masterchef, oppure quello che gli svolta la vita nel microonde in due minuti.

Un’azienda che opera nel food deve essere conscia di questo patrimonio che ha tra le mani e scegliere come comunicare per diventare un insostituibile love brand. Questo vuol dire scegliere il messaggio da trasmettere e declinarlo su tutti i canali che ha a disposizione.

  1. Non disperdere informazioni ed energie

Chiaramente, come in ogni altro settore, anche nel food non è possibile piacere e incontrare i gusti di tutti. Un alimento non è mai per tutti: c’entrano il gusto, le modalità d’uso, le componenti nutrizionali, le occasioni di consumo, le alternative sul mercato. Ci sono dati oggettivi e soggettivi che definiscono il target di potenziali consumatori. Ecco, profilare questo target permette all’azienda di comprendere quali sono le parole chiave da utilizzare, quali le promesse da fare, quali le papille gustative da solleticare.

Sfruttare le PR e permettere ai professionisti del settore di gestire in maniera oculata la propria pianificazione media è fondamentale per non disperdere le informazioni comunicando cose vaghe, o su mezzi non idonei.